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Verso un’ulteriore riduzione della somministrazione di antibiotici

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Solo con un uso corretto e giustificato degli antibiotici è possibile prevenire fenomeni di resistenza agli stessi. Questo vale tanto per gli esseri umani quanto per gli animali. La somministrazione di antibiotici è quindi soggetta a norme precise, sia nella cura della salute umana sia nella pratica veterinaria. Secondo il rapporto annuale NethMap/MARAN 2021, nel settore dei vitelli l’impiego di antibiotici fondamentali per contrastare le infezioni negli esseri umani, negli ultimi anni, si è ridotto a livelli minimi. Il documento raccoglie dati, provenienti da diverse organizzazioni attive nei Paesi Bassi, in merito all’utilizzo di antibiotici e alla resistenza agli stessi, sia nel campo della salute umana sia in quello della salute animale. Il VanDrie Group punta a ridurre ulteriormente l’impiego di antibiotici nel settore dei vitelli, per evitare problemi di resistenza agli antibiotici. 

“Abbiamo ormai anni di esperienza nella riduzione progressiva”, spiega Albert Wouters (Responsabile allevamento vitelli del VanDrie Group). “Nel 2020 abbiamo raggiunto una riduzione del 63,2% rispetto al 2007. Secondo uno studio dell'Università di Wageningen, il consumo più basso viene fatto registrare da quegli allevatori che prendono iniziative autonome, con il supporto di veterinari e responsabili regionali.”

Ai fini di una riduzione del consumo, i fattori più importanti sono esperienza, una grande attenzione per i vitelli, una buona struttura aziendale e un livello elevato di "internal locus of control". 

Esperienza significa che l’allevatore ha una conoscenza approfondita della cura e dell’alimentazione dei vitelli, e sa inoltre come utilizzare le proprie stalle nel modo più appropriato, soprattutto per quanto riguarda la ventilazione e le apparecchiature per l’alimentazione.

Dovremo continuare anche in futuro a essere vigili e proseguire la formazione sui fattori chiave. Questo approccio ci consentirà di raggiungere i risultati più significativi sul lungo termine. 

Gli imprenditori che fanno registrare i consumi più bassi si distinguono per una grande attenzione per i (singoli) vitelli. Passano molto tempo in stalla, soprattutto nelle settimane immediatamente successive all’arrivo dei vitelli. Possono così riconoscere e segnalare tempestivamente eventuali problemi di salute. Non aspettano passivamente, ma possono agire subito a livello del singolo animale, proprio perché tengono d’occhio il proprio bestiame così attentamente. 

Per una buona struttura aziendale si intende che l’allevatore lavora secondo un programma messo a punto con cura e consapevolezza. Gli allevatori che fanno registrare un consumo ridotto sono poi quelli che lavorano in modo molto strutturato, soprattutto nelle prime settimane dei vitelli in azienda, ma che osservano anche orari fissi per i controlli e la somministrazione di latte e foraggio, che controllano la temperatura del latte e che adattano di continuo la ventilazione man mano che i vitelli crescono. In queste aziende, inoltre, i vitelli che hanno bisogno di cure vengono raggruppati e separati dal resto, e si rispettano strette norme igieniche.

Dallo studio condotto dall'Università di Wageningen emerge, inoltre, che gli allevatori che si assumono la piena responsabilità per i propri comportamenti e azioni (internal locus of control) fanno registrare risultati migliori rispetto a quegli allevatori che, in caso di problemi, tendono in primo luogo a cercarne le cause al di fuori del proprio controllo. 

Wouters: “La collaborazione tra allevatori, veterinari e responsabili regionali, i nostri colleghi sul campo che offrono aiuto e sostegno agli allevatori, è importante e continuerà ad essere anche negli anni a venire. Dovremo continuare anche in futuro a essere vigili e proseguire la formazione sui fattori chiave. Questo approccio ci consentirà di raggiungere i risultati più significativi sul lungo termine. Abbiamo intrapreso insieme il cammino verso vitelli più sani e meno antibiotici, e insieme arriveremo al traguardo!”

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